ANEDDOTI E CURIOSITA'


In questo blog mi piace raccogliere aneddoti e curiosità, a volte satirici e scherzosi, che riguardano l’evoluzione nei secoli dei metodi e degli strumenti che misurano il passare delle ore, dei giorni e degli anni. Da questi aneddoti, sicuramente, si deducono elementi che ci dicono come si è evoluto il modo di utilizzare e concepire il tempo e di come questo abbia influito sui rapporti umani e sul lavoro. Si evidenziano, inoltre, quante siano state le difficoltà per arrivare alle conquiste sull’argomento di cui noi oggi godiamo. Il problema, poi, di definire che cosa è il tempo è cosa estremamente complessa: se ne sono occupati filosofi e scienziati di tutti i tempi ed una risposta esauriente credo che sia lontana dall'essere trovata.

giovedì 4 dicembre 2014

PERCHE' UNA MERIDIANA

       Quasi tutti coloro che passano vicino ad una meridiana si fermano, guardano la piccola ombra e confrontano l’ora con quella del proprio orologio, poi, rivolgendosi al Sole, accennano un sorriso come dire: "Il Sole funziona sempre bene… meno male! Tutto va a rotoli: c’è il buco nell’ozono, piove fuori tempo, non ci sono più le mezze stagioni, ma lui: il Sole, fa ancora il suo dovere: rispetta i tempi, possiamo avere fiducia in qualcosa". Gli antropologi dicono che l’uomo ed il tempo sono nati insieme. L’homo sapiens, o forse quello prima, inventò il "prima" ed il "dopo": questo lo faccio oggi e quest’altro domani, in autunno semino in estate raccolgo. A tal fine ci voleva un orologio e questo non fu difficile: è bastato osservare le ombre prodotte dal Sole: il Sole dà luce ed energia ma per millenni è stato l’unico “strumento” capace di produrre il tempo. Così nacquero le prime meridiane, bastava fissare un bastone a terra o ad una parete e dividere il suo tragitto dell’ombra con i segni delle ore, era ancora il primo passo ma per millenni è bastato. In seguito furono i greci e poi gli arabi a perfezionare questi semplici strumenti. Però il tempo aveva bisogno non solo di essere rilevato ma anche conservato e diffuso. Per la conservazione: cioè per averlo di notte o quando era nuvoloso, furono inventati orologi ad acqua, lucerne calibrate, clessidre di vario tipo e solo dopo migliaia di anni e con difficili ricerche, qualche secolo dopo l’anno mille, nacquero gli orologi meccanici. Conservavano il tempo, però erano ancora imprecisi per cui dopo qualche giorno, per essere riaggiustati, bisognava sempre attingere l’ora da una meridiana. Per questo nelle chiese più importanti si trovavano sia l’orologio che la meridiana. Per quanto riguarda la diffusione del tempo si adattarono i campanili: mostravano sempre un orologio e le campane non solo chiamavano i fedeli alle sacre funzioni ma principalmente servivano a scandire le ore: il mattino, la terza, il mezzogiorno, il vespro: così davano ritmo ed armonia a tutta la comunità. Gli orologi in casa erano rari ed avevano sempre bisogno di una meridiana, quindi non tutti possedevano in casa il tempo, solo le famiglie facoltose se lo potevano permettere, la gente povera non possedeva un tempo proprio. Per parlare di precisione degli orologi, bisogna aspettare Galileo che diede, assieme agli studiosi che lo seguirono, il via ad una serie di strumenti sempre più puntuali.

PASQUA E L'EQUINOZIO

      Il termine Pasqua,"pascha" in greco ed in latino, corrisponde in ebraico a "pesah" il cui senso generico è: "passare oltre". Nell' Esodo si narra che Mosè ordinasse ad ogni famiglia, prima di abbandonare l'Egitto, di immolare un agnello e di segnare col suo sangue gli stipiti della porta di casa. Mosè, com'è noto, aveva ricevuto direttamente da Dio l'incarico di liberare il suo popolo dalla schiavitù in Egitto. Dopo aver consumato il pasto, le famiglie dovevano tenersi pronte per la partenza che sarebbe avvenuta durante la notte dopo il passaggio dell'angelo di Dio che avrebbe ucciso tutti i primogeniti egiziani risparmiando, però, le abitazioni ebraiche segnate dal sangue che significava per l'angelo:"passa oltre" (Pasqua). Quindi la festa cristiana celebrava la liberazione del popolo dalla schiavitù in Egitto e Mosè aveva scelto come data della partenza il primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera, periodo che ha un doppio significato simbolico e pratico: in primavera la natura risorge e tutto induce a nuova vita ed il plenilunio fa che, al tramonto del sole, la luna piena subentri al sole ed illumina tutta la notte: è dunque un giorno di luce continua e senza tramonto. Cosa molto utile per chi intraprende un lungo viaggio verso la libertà e con tante speranze. Poi nel Nuovo Testamento si narra che Gesù fu crocifisso alla vigilia della Pasqua ebraica mentre nel tempio si celebrava il rito del sacrificio dell'agnello, la domenica, alcuni giorni dopo, le donne si recarono al sepolcro dove appresero la notizia della Resurrezione. Quindi se prima la Pasqua aveva il significato di liberazione con la Resurrazione di Cristo si arricchisce di nuove motivazioni di gioia in un periodo fra i più belli e significativi dal punto di vista astronomico dell'anno. La Pasqua rappresenta sicuramente la festa litugica più importante per il cristianesimo, però è stata soppiantata dal Natale e da alcune tradizioni pagane, come l'albero e Babbo natale, che sono più allettanti commercialmente per la società moderna.

L'OROLOGIO DI GALILEO

                     L’UNESCO ha dichiarato questo 2009 anno internazionale Galileiano e dell’astronomia. Sono state realizzate molte iniziative, come mostre e conferenze, non solo Italia ma anche all’estero. Galileo, come tutti sappiamo, pose le basi della moderna scienza sperimentale e quindi della civiltà moderna. Fu astronomo, fisico, scrittore, pittore ed anche medico. Italo Calvino lo definì il più grande scrittore della nostra letteratura. Questo anno non ricorda la sua data di nascita ma il fatto che 400 anni fa, nel 1609, Galileo mostrò ad un gruppo di dignitari veneziani le possibilità del suo telescopio. Noi ricordiamo il grande scienziato principalmente per aver sostenuto, anche davanti al tribunale d’inquisizione, la teoria copernicana del sistema eliocentrico e cioè che la Terra girasse intorno al Sole. Però molte altre scoperte portano il suo nome: studiò la caduta dei gravi e senza gli studi di Galileo Newton non sarebbe riuscito a scrivere le leggi della gravitazione universale, fece innumerevoli scoperte riguardanti i pianeti Marte, Giove, Venere e sulla Via Lattea. Ma quello che si collega al nostro argomento "tempo" è la scoperta dell’isocronismo delle oscillazioni del pendolo, che è alla base del funzionamento dell’orologio a pendolo. Si dice che avesse solo 18 anni quando intuì l’importante scoperta osservando una lampada oscillare nel duomo di Pisa.

OROLOGIO BIOLOGICO

           Ognuno di noi è fornito di "meccanismi interni" che scandiscono tutte le funzioni vitali quotidiane dei singoli organi e ci sintonizzano con l’ambiente esterno. Il principale ingranaggio, l’orologio biologico, è costituito da un gruppo di cellule poste alla base del cervello, ma studi recenti dimostrano che i meccanismi sono diversi. Questo orologio comunica con i vari organi e fornisce loro il ritmo tenendoli in sincronia, controlla, anche, il ciclo di produzione di sostanze attive come ormoni e messaggi chimici che inducono effetti che tutti percepiamo. La diminuzione o l’aumento ciclico di queste determinate sostanze scandiscono i ritmi dell’organismo come il sonno, la fame, la crescita dei capelli o delle unghie ma anche, in tempi più lunghi, i cicli femminili, la durata della gravidanza, la scadenza della pubertà, ecc. Gli esperti sono soliti parlare di ritmi circadiani del corpo: circadiano viene dal latino: “circa diem”, cioè giornaliero. La prima oscillazione endogena circardiana fu osservata nel 1700 dallo scienziato francese Dortous de Mairan che notò che i modelli di ventiquattro ore dei movimenti delle piante continuavano anche quando queste venivano isolate dagli stimoli esterni. L’orologio interno non è uguale per tutti ma ha ritmi diversi dovuti a differenze genetiche: alcune persone hanno ritmi di vita molto regolari ed altre molto irregolari, alcuni si svegliano sempre allo stessa ora durante la notte, esistono, inoltre, persone che indicano, con buona approssimazione, il tempo trascorso fra due eventi senza avere al polso un orologio. La luce ha un’influenza sulla nostra vitalità e sui nostri ritmi ma sono stati studiati i meccanismi, di cui si diceva, in volontari isolati in grotte profonde in assenza della luce e di suoni e si è scoperto che l’orologio biologico è quasi indipendente dalle condizioni esterne. L’interesse di questi studi non è solo teorico: molti disturbi neurologici sono accompagnati dalla diminuita capacità di stimare intervalli di tempo. La comprensione di questi fenomeni permetterebbe, quindi, di progredire anche sulla via della prevenzione e della cura di gravi malattie. La cronobiologia è la scienza che studia il funzionamento dell'orologio biologico che è in ciascuno di noi ed è di fondamentale importanza tenerlo in buone condizione di funzionamento. Questo principio trova convinti assertori nella medicina orientale: da qui i sempre più praticati esercizi ritmati a fini terapeutici e preventivi come: la ginnastica a corpo libero, la danza, la respirazione controllata, ecc. Bisogna sempre assecondare i propri ritmi biologici per sentirsi nella migliore condizione fisica. I medici cinesi raccomandano ai loro pazienti: "se vuoi guarire ascolta l'orologio che hai dentro".

OROLOGIO ALLA ROMANA

        L’orologio a sei ore è meglio conosciuto come orologio alla romana. Verso il 1200 furono introdotte le ore italiche e durarono sino al 1800. Si volevano sostituire le antiche ore canoniche, dette anche ore diseguali perché dividevano il di sempre in 12 ore sia nel periodo invernale che nel periodo estivo: quando il periodo di luce è più lungo. Col metodo italico le ore erano 24 e tutte uguali e la numerazione iniziava al tramonto del sole o alla fine del crepuscolo. Il modo di dire: “portare il cappello sulle ventitre” trae origini proprio dalle ore italiche: significava mettere il cappello inclinato sulla fronte per riparare gli occhi dai raggi del sole che a quell’ora erano bassi sull’orizzonte. Nello stesso periodo venivano installati i primi orologi meccanici da torre o da campanile che quindi avevano il quadrante con numerazione da I a XXIV ore. Ma così il quadrante risultava difficile da leggere ed era possibile sbagliare nel contare i tocchi quando si facevano tanti. Così si pensò di sostituirli con orologi a sei ore che dividevano il giorno in quattro parti. Erano muniti di un’unica lancetta, ancora non c’era l’esigenza di parcellizzare il tempo come oggi, che doveva compiere quattro giri completi in un giorno per completare le 24 ore. Però furono molti i secoli in cui convissero vari metodi di misurazione del tempo e creavano sicuramente confusione, solo alla fine dell’800 fu adottato il metodo risolutivo che oggi utilizziamo. Era detto alla francese, fa iniziare il giorno a mezzanotte e divide il giorno in due parti di 12 ore. A questo proposito il poeta dialettale Giacomo Belli, che vedeva utile l’introduzione del metodo alla francese, ebbe a scrivere: il pubblico orologio del palazzo pontificio del Quirinale, pari ad altri orologi di Roma, ebbe fin’ora il quadrante diviso in sole sei ore, le quali, mandandosi esso orologio alla romana facevano perciò in un dì quattro uffici, cioè di ore 6, di 12, di 18, e di 24. Da questi elementi nasceano di tale bizzarre combinazioni, che uno svizzero della guardia ebbe un giorno ad esclamare: “Oh, Griste sante! Segnar quattre , sonar tiece, e star ventidue!”

venerdì 28 novembre 2014

LA MERIDIANA DI CALATRAVA

     


        Chi recentemente è stato a Venezia è sicuramente passato sul ponte di Calatrava chiamato il Ponte della Costituzione. Santiago Calatrava è un architetto ed ingegnere Valenciano autore di una serie di opere d'arte nel mondo. Come Antoni Gaudí, sembra che Calatrava trovi ispirazione nelle forme dei corpi umani e colga, nella loro armonia, un modello architettonico innovativo. In particolare la figura della Torre Calatrava ricorda uno sportivo che regge la fiamma olimpica. Alta 136 metri fu costruita nel 1992 nell'anello Olimpico di Barcellona prima della XXV Olimpiade permettendo le comunicazioni necessarie ai giochi. Sempre da Gaudì prende ispirazione la base della torre che è ricoperta con frammenti di ceramica: sistema che è chiamato “trencadís” ed è tipico del modernismo. Come si diceva ha un disegno innovatore, infatti la sua forma non è un semplice asse verticale come la maggior parte delle torri di telecomunicazioni. Inoltre la torre fu orientata in modo da servire da meridiana, infatti l'ombra dell'ago centrale viene proiettata sopra il piazzale e serve a segnare le ore della giornata. Il grande risultato di Calatrava fu quello di creare un'opera simbolo: il nuovo millennio era in arrivo e l’architetto ha saputo significare l’uomo nel “tempo”. L'immagine della torre è diventata famosa tanto che, dal 2006, il trofeo che si consegna al vincitore del Gran Premio di Spagna di Formula uno, ha la forma della torre.

. ORA LEGALE

   

          L'ultima domenica di Ottobre torna in vigore la consueta ora solare e vanno regolate le lancette dell'orologio un'ora indietro. Parlare di consueta ora solare è improprio perchè anche quella in vigore durante l'estate è comunque un'ora di tipo solare e, d'altra parte, neppure quella invernale, a ben vedere, è proprio esattamente regolata sulla posizione reale del Sole. I nostri orologi, oramai, da più di un secolo e mezzo, sia d'inverno che d'estate, indicano un'ora che certamente è riferita allo spostamento del Sole nel cielo, ma secondo una convenzione adottata da tutti i paesi del mondo. Nel secolo scorso fu introdotto, per uniformare gli orari delle ferrovie, il sistema dei fusi orari. Con tale sistema tutto il globo venne diviso in 24 spicchi, o fusi, all'interno di ognuno dei quali tutte le città e gli abitanti dovevano utilizzare la stessa identica ora.Dal punto di vista astronomico era una forzatura in quanto ogni località ha un suo proprio “tempo vero”; invece dal punto di vista pratico era molto comodo: eliminava la babele di orari diversi che esistevano anche tra paesi vicini. Con l'adozione dell'ora estiva, che ci obbliga a fine Marzo a mettere l'orologio un'ora in avanti, è come se andassimo incontro al Sole spostandoci verso Est di un fuso. Ma è anche quello che hanno fatto gli uomini istintivamente per millenni: quando il Sole, in estate, sorgeva prima ci alzavano prima e viceversa in inverno.

GLI OBELISCHI NON ERANO MERIDIANE

                  Molti pensano erroneamente che gli obelischi fossero orologi solari: può essere che la loro ombra servisse anche a segnare le ore e a determinare le stagioni ma l’obelisco fu sempre un monumento celebrativo. Simboleggiava il dio sole Ra, si diceva che fosse un raggio di sole pietrificato e che il Dio esistesse all'interno della sua struttura. Erano quasi sempre ricavati da un unico blocco di granito ed in cima venivano ricoperti di una lamina d’oro. Celebravano non solo il Dio Sole ma anche la potenza del Re che li aveva realizzati. Anche i romani furono infatuati degli obelischi, al punto che oggi gli obelischi che si trovano a Roma sono più di quelli rimasti in Egitto. Era difficile trasportarli ma ancor di più alzarli. Michelangelo rifiutò l’incarico di alzare in piazza San Pietro quello proveniente dal circo di Nerone: lo riteneva molto rischioso. Dopo nel 1586 il papa Sisto V affidò l’incarico all’architetto Domenico Fontana con una spesa notevole. Ci vollero: 800 operai, 140 cavalli, 40 argani e, senza la parcella per l’architetto, furono pagati 40.000 scudi. L’operazione fu talmente temeraria che, dice la leggenda, il Fontana diede l'ordine di tenere il suo cavallo sempre sellato per poter fuggire in tutta fretta in caso di rottura del monolite.

LA TERRA RALLENTA

        Si è scoperto che da qualche decennio la Terra gira su se stessa più lentamente ed è stato calcolato che il ritardo ammonta quasi ad un secondo ogni sei anni. Lo si potrebbe giudicare un particolare trascurabile! Invece non è così, tanto che si è scatenata una disputa tra astronomi, governi e multinazionali. Oggi disponiamo di orologi atomici superprecisi: con gli orologi al cesio si ottiene un "ticchettio" di una regolarità straordinaria, tanto che le versioni più recenti perdono un secondo ogni 60 milioni di anni. Quindi si capisce che al confronto il "secondo" perso dalla Terra diventa un errore rilevante. Non si tratta solo del problema di vedere se lo spumante va aperto, nel conto allo rovescia di fine anno, quando si è arrivati allo zero o bisognerà aspettare ancora un secondo! Bisogna immaginare tutti i computer che regolano il traffico aereo internazionale ed i meccanismi militari sincronizzati con i satelliti, dove si possono venire a creare situazioni molto pericolose. Questo "secondo intercalare" può mandare in tilt molti sistemi informatici, per esempio ci si chiede: nell'ultimo secondo dell'anno il satellite dovrà seguire il programma dell'anno che finisce o di quello che arriva? Si è tenuto a Ginevra un meeting dell'Internazional Telecomunications Union (ITU) per discutere di come comportarsi nei confronti di questo famigerato ritardo di un secondo e non si è arrivati a nessuna conclusione! Molti credono che non sia il caso di preoccuparsi. Dicono che conviene seguire il tempo degli orologi così non si porta danno ai vari sistemi informatici, tanto se la Terra resta indietro di qualche secondo non se ne accorge nessuno. Ma c’è un problema di fondo che si potrebbe definire "morale" o etico che è questo: vale la pena abbandonare la guida dei ritmi della Terra e del Sole, che esistono da milioni di anni ed a cui siamo legati da tradizioni non solo storico-culturali ma anche poetici e religiosi, per dichiararci alle dipendenze di un orologino al cesio da quattro soldi ?

LA MERIDIANA

              La meridiana è stata concepita in un tempo imprecisato ma molto lontano, nei secoli ha visto nascere e scomparire la clessidra, gli orologi ad acqua ed a candela ed i vari tipi di orologi meccanici, elettrici ed al quarzo. Da sola è sopravvissuta, attraverso tutte le epoche della storia, fino alla nostra, nella misurazione del tempo.Al contrario degli orologi elettronici e di quelli atomici di alta precisione, essa esercita un fascino particolare anche sull'uomo dei nostri giorni, che continua a guardarla con ammirazione e con rispetto: quello che sorprende è come, in ogni meridiana, la semplicità si combini al tempo stesso all’ingegnosità. La meridiana è una cosa viva, che non necessita di una carica e non bisogna di pesi e neanche di pile. Essa è l’immagine del Sole, perché su di essa si riflette il movimento apparente dell'astro; in realtà è lo specchio della Terra, dei suoi eterni e immutabili movimenti di rotazione e rivoluzione. Lo scorrere dell'ombra sulla meridiana ci porta a meditare sul tempo, sulla sua fuga senza interruzione con tutto quello che d'irrevocabile comporta per l'uomo. Si presenta il pensiero del mutare delle vicende del mondo, dell’aldilà, della fine di tutte le cose, dell'eternità. Ma anche il tempo come opportunità di fare, di organizzare, di agire, di trasformare e di sentire. Per questo ogni meridiana porta sempre una frase o un motto un suggerimento per vivere meglio. Fiorella Proietti

L'UOMO DELLA RADIO

              Ogni mattina un uomo passava regolarmente dinanzi ad un orologiaio e si fermava per regolare il suo orologio. Un giorno il proprietario dell'orologeria, che in quel momento si trovava davanti alla vetrina, gli disse: “Vedo che le piace avere sempre l'ora esatta!”. L'uomo spiegò: “È che io sono il tizio che legge il radiogiornale e ogni ora, di solito, dico l'ora esatta per i miei ascoltatori”. Al che rise il maestro orologiaio: “Ha-ha-ha, e noi credevamo di far bene sistemando i nostri orologi dal suo programma radio! “
I due personaggi di questa vecchia storiella non sapevano da dove era meglio prelevare l'ora giusta ed anche oggi i più credono che il tempo venga rilevato dagli uomini di scienza con una misteriosa alchimia. Invece è semplice in quanto l'unico grande orologio che per milioni di anni ha regolato la vita degli uomini, e non potrà che essere sempre nello stesso modo, è stato ed è ancora il Sole con i suoi movimenti apparenti attorno alla Terra e nello Zodiaco durante l’anno.
Ne avevano piena coscienza gli antichi popoli: primi i Caldei ed in seguito i Greci che erano filosofi e scienziati. Nella Grecia dell'età classica, il cosmo era perfettamente intelligibile dal senso comune, il movimento delle costellazioni nel cielo stellato non era riservata ai soli sacerdoti o agli iniziati ma lo era, anche se in varia misura, a tutti.
Nell'Atene di Pericle, secondo quanto sostiene lo storico francese Vernant, un giovane che s'apprestasse ad entrare nella vita politica, dopo aver seguito un iter di formazione scolastica, conosceva mediamente, per posizione e per nome, una cinquantina di costellazioni e diverse centinaia di stelle.
Oggi è meglio non indagare sulle conoscenze che hanno i nostri politici su questo argomento, ma uno studente o anche un professionista sa nominare, quando va bene, non più di quattro o cinque stelle.

MA QUANDO INIZIA IL GIORNO ?

      Le antiche civiltà ci hanno tramandato parecchi metodi per la misurazione del tempo ed alcuni di essi sono coesistiti sino alla fine dell’800: ore babiloniche, italiche, canoniche ed infine francesi. La classe nobiliare o monastica, i contadini o i mercanti usavano metodi diversi e di conseguenza iniziavano a contare le ore del nuovo giorno in momenti diversi. Col metodo ad ore babiloniche, così denominato in quanto usato presso l’antico popolo babilonese, si iniziava all’alba il conteggio delle 24 ore della giornata. Nel metodo ad ore italiche, usato quasi esclusivamente nella nostra penisola da quando fecero la loro comparsa i primi orologi meccanici da torre (XIV), il tramonto del Sole veniva considerato inizio del nuovo giorno. Era comodo specialmente per i contadini in quanto consentiva facilmente di ricavare le ore che si avevano ancora a disposizione prima del tramonto: infatti un tempo tutte le porte del paese venivano chiuse al crepuscolo e dopo non era più possibile rientrare. In quello canonico, usato nei conventi, le 12 ore del giorno erano distinte dalle 12 della notte: se erano di diversa durata poco importava. Nel sistema francese o moderno, che è quello che utilizziamo oggi, il giorno inizia a mezzanotte. Napoleone lo impose durante l’occupazione del 1797, ma in Sicilia fu introdotto definitivamente solo alla fine dell’800. E solo alla fine dell’800 l’Italia fu unificata nel condividere un solo metodo nella misura del tempo. Questa non fu una conquista culturale o politica ma una necessità dovuta alle nuove invenzioni, come il telegrafo e specialmente il treno, che imponevano un orario condiviso da tutti.

IL CREPUSCOLO

                Le durate del dì sono riferite agli istanti del sorgere e del tramonto apparenti del Sole. Prima e dopo tali eventi, per effetto della rifrazione atmosferica che dà luogo al fenomeno dei crepuscoli, si gode di una parziale luminosità diffusa che smorza il passaggio dal giorno alla notte concedendoci ancora alcuni minuti di chiarore. Questo bonus è concesso alla Terra per la presenza dell’atmosfera: ad esempio sulla Luna, poiché non esiste atmosfera, il passaggio dal giorno alla notte scura è immediato e brusco. Però la durata del crepuscolo varia con le stagioni e con la latitudine geografica: a latitudini elevate corrispondono crepuscoli più lunghi, ed inoltre negli equinozi il crepuscolo ha una durata minore, solamente all'equatore la durata dei crepuscoli è costante. Esistono, poi, vari modi di definire il crepuscolo. Per crepuscolo civile si intende il lasso di tempo che intercorre tra il tramonto del Sole e il momento in cui esso raggiunge l'altezza di -6° sotto l'orizzonte. In questo intervallo è possibile distinguere chiaramente gli oggetti circostanti e condurre attività all'aperto senza utilizzare illuminazione supplementare. Durante il crepuscolo civile in cielo sono visibili solo alcune stelle e pianeti particolarmente luminosi. L'inizio (il mattino) o il termine (la sera) del crepuscolo civile indicano idealmente il momento in cui è necessario rispettivamente spegnere o accendere fonti di illuminazione artificiale per condurre attività all'aperto. Il crepuscolo nautico rappresenta l'intervallo di tempo che il Sole impiega a transitare da -6° a -12° sotto l'orizzonte. L'importanza di tale convenzione risiede nel fatto che in questo lasso di tempo si distinguono contemporaneamente la linea dell'orizzonte e le stelle principali. In tali condizioni, utilizzando strumenti di misura nautici, come il sestante, è possibile stabilire la propria collocazione geografica. Il crepuscolo astronomico individua l'intervallo di tempo tra il tramonto e il momento in cui il Sole raggiunge i -18° sotto l'orizzonte. Quando il Sole si trova al di sotto di questo intervallo non dà più sostanziali contributi all'illuminazione del cielo ed è idealmente possibile distinguere ad occhio nudo tutte le stelle fino alla sesta magnitudine: è notte.

giovedì 27 novembre 2014

IL CALENDARIO DI CLEOPATRA

            Narrano gli storici che nel 48 A.C. Cesare, venuto in Egitto, aveva obbligato il re Tolomeo a riconciliarsi con la sorella Cleopatra condividendo con lei il regno che era stato del padre. Cleopatra, per ringraziare l'imperatore romano per la cortesia, organizzò per lui un viaggio di piacere lungo il Nilo con una grande zattera con sopra un giardino ricco di palme, cedri, alti cipressi e con uno sfarzoso appartamento colmo d'avorio e d'oro. Quella notte, Cleopatra portava al collo splendidi fili di perle, mentre il suo bianco seno era messo in mostra fra tessuti di Sinone ed i suoi capelli erano avvolti in ghirlande di rose. Venivano serviti carni pregiate in vassoi d'oro e da caraffe di cristallo si versava vino in grandi calici impreziositi da gioielli incastonati. Faceva parte dell'ostentazione di potere anche il grande astronomo Sosigene che vestito da una lunga tunica di lino bianco era stato fatto accomodare su un alto scranno. Cesare, intelligente e curioso, subito fu attratto dall'erudizione del saggio e si intrattenne a parlare con lui sull' argomento: calendario. All’epoca di Cesare a Roma c’era disperato bisogno di una riforma in quanto si adottava ancora un calendario lunare che aveva sfasato in anticipo le stagioni di diversi mesi. La riforma avrebbe dato nuova autorevolezza a Cesare e all'Impero ed inoltre avrebbe rivendicato a Roma il potere di imporre nuovo ordine per tutti i popoli del mondo allora conosciuto. Cesare voleva capire la fattibilità della cosa ed i vantaggi che si sarebbero ottenuti con l'adozione del calendario solare, per cui rimase a discutere su questo argomento, con Sosigene, sino alle prime luci dell'alba. La padrona di casa, evidentemente, ci rimase molto male in quanto Cesare non le aveva dedicato la giusta attenzione, per cui, nelle sere successive Sosigene non fu invitato. L’attenzione ci fu e, alla partenza di Cesare per Roma, Cleopatra era già incinta di un bambino a cui sarebbe stato dato il nome Cesarione !

IL 25 DICEMBRE

     Esistono due diverse ipotesi sul fatto che il Natale venga festeggiato il 25 dicembre: la prima è che la data sia stata scelta in base a considerazioni interne al Cristianesimo, la seconda che sia derivata dall'influsso di festività celebrate in altre religioni praticate prima o contemporaneamente al Cristianesimo di allora. Il termine solstizio viene dal latino solstitium, che significa letteralmente "sole fermo" (da sol, "sole", e sistere, "stare fermo"). Il solstizio invernale cade generalmente il 21 dicembre. In quel giorno il Sole è debole quanto a luce e calore e si verificano la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno. In termini astronomici, in questo periodo, il Sole inverte il proprio moto nel senso della "declinazione", cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Poi, per tre o quattro giorni, rimane quasi nella stessa posizione ed il 25 dicembre sembra rinascere dall’oscurità e ritorna vitale e "invincibile" sulle stesse tenebre. Questa interpretazione "astronomica" può spiegare perché il 25 dicembre sia una data celebrativa presente in culture e paesi distanti anche nel tempo. Aureliano nel 274 d.C. proclamò il 25 dicembre festa chiamata “Natalis Solis Invicti”: giorno di nascita del Sole Invitto. Questo fece del Dio-Sole la principale divinità del suo impero, lui stesso indossava una corona a raggi e la festa divenne via via sempre più importante. Ma esiste un'altra ipotesi che invece si basa sull'analisi delle scritture. La data di nascita di Cristo non è riportata chiaramente nei Vangeli per cui, basandosi su ragionamenti teologici differenti, a Roma, a Costantinopoli come a Gerusalemme, nei primi secoli, non tutti festeggiavano il Natale il 25 dicembre ma in altre date come il 20 maggio o, assieme all’arrivo dei Re Magi, il 6 gennaio. Solo in seguito, verso il 500, fu condivisa la data del 25 dicembre dando ragione ad un preciso ragionamento: infatti secondo il Vangelo di Luca, San Giovanni Battista fu concepito sei mesi prima di Gesù e l'annuncio del suo concepimento fu dato da un angelo al padre, San Zaccaria, sacerdote nel Tempio di Gerusalemme, mentre questi officiava un particolare culto. Da altri scritti, inoltre, si è potuto ricostruire che questo avveniva l’ultima settimana di settembre: di conseguenza Giovanni nacque il 24 di giugno e giusto sei mesi dopo, il 25 dicembre, nacque Gesù.

I GIORNI DELLA MERLA

     I giorni della merla sono tre: 29, 30 e 31 di gennaio ed una tradizione, che viene da lontano, vuole che siano i tre giorni più freddi dell'inverno. Secondo un’antica leggenda un tempo i merli erano tutti bianchi. Fu in quel tempo che una merla, con uno splendido piumaggio bianco, parlava spesso male del mese di gennaio dicendo che fosse freddo ed uggioso. Per cui gennaio si vendicava e, quando lei usciva dal nido in cerca di cibo, mandava sulla terra ancora più freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che allora aveva solo 28 giorni. L'ultimo giorno del mese, la merla pensando di aver ingannato il cattivo gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio si risentì talmente che chiese in prestito tre giorni a febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo e pioggia. Allora la merla si rifugiò, assieme ai suoi piccoli, alla chetichella, in un camino, e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì, salva, ma il suo bel piumaggio bianco si era annerito a causa del fumo e fu così che rimase per sempre con le piume nere assieme ai suoi figli. Come in tutte le favole, anche in questa, possiamo trovare un po' di verità, infatti nel calendario romano il mese di gennaio aveva solo 28 giorni che, in seguito ad una riforma, passarono a 31. Inoltre sembra che sia provato dai meteorologi che il periodo più freddo dell’anno, in media, coincide con gli ultimi giorni di gennaio. E, sempre secondo la leggenda della Merla, si è sempre creduto che se i suoi giorni sono freddi la primavera sarà bella se sono caldi la primavera arriverà in ritardo.

LA FONTE DELLE ORE

    Donnalucata è una ridente località turistica vicino a Marina di Ragusa e a pochi chilometri da Scicli. Se chiedessimo il significato e da dove derivi il nome Donnalucata molti direbbero che, essendo composta dalle parole “donna” e “lucata”, significa: donna sistemata, invece no! L'origine del nome Donnalucata deriva dall’appellativo dato ad un’antica sorgente da un viaggiatore arabo, Al Idris (Odrisi), che inviò al Sultano Saladino una relazione in cui diceva di aver trovato: "Ayn-Al-Awqat", ovvero la “fonte delle ore”, che latinizzato divenne Donnalucata. A detta del viaggiatore, la fonte sgorgava cinque volte al giorno ad ore ben precise corrispondenti alle ore delle preghiere musulmane. Vi sono inoltre antiche notizie che confermano la presenza di una fonte sacra a Cerere in età greca su quella marina, ed era anche nota ai fenici che qui vi tenevano un mercato di schiavi. Alcuni ipotizzano che la fonte in questione sgorgasse tutto il giorno ma a livello del mare, per cui fosse visibile solo durante i periodi di bassa marea e coincidenti con le ore della preghiera. Ci piace invece pensare ad una successione di cavità sotterranee capaci di riempirsi e svuotarsi, con un meccanismo a sifone, in successione ad ore ben precise e quindi come un orologio naturale.

mercoledì 26 novembre 2014

DAL 5 AL 14 OTTOBRE 1582

              Se dovessimo scrivere la storia del messe di ottobre del 1582 ci troveremmo in grosse difficoltà perché nei giorni che vanno dal 5 al 14 non successe proprio niente: non ci sono stati nuovi nati né morti e nessuno, in quei giorni, è andato a lavorare o a fare la guerra, non è sorto il Sole e non è tramontato: questo per il semplice fatto che questi 10 giorni non sono mai esisti. Dopo il 4 ottobre non venne il 5 ottobre, come sarebbe stato normale, ma il 15 dello stesso mese, e questo per ordine del papa Gregorio XIII. Già da tempo ci si rendeva conto che le date del calendario non corrispondevano ai cambi di stagione: le rondini arrivavano verso il 10 marzo e le foglie cadevano dagli alberi parecchio prima che iniziasse l'autunno. Per gli scienziati il motivo era semplice: il calendario di Cesare aveva fatto il suo tempo avendo accumulato un anticipo di una decina di giorni! Il calendario di Cesare considerava l'anno di 365 giorni e 6 ore, quindi si contavano tre anni di 365 giorni ed un bisestile con un giorno in più, di 366, il giorno in più recuperava quanto si era accumulato per le 6 ore dispari. Solo che le 6 ore sono approssimate, mancano 9 minuti, quindi, recuperando sempre, ogni quattro anni, un giorno intero, si finiva per andare avanti nelle date. Cesare aveva emanato il suo calendario nel 45 A.C. quindi al tempo di Gregorio XIII, essendo trascorsi 1630 anni circa, si erano accumulati 14.600 minuti che equivalgono a circa 10 giorni in più. La cosa era nota già da parecchi secoli ma nessuno voleva prendere la patata bollente di cambiare il calendario. Si andava sicuramente incontro a critiche ed obiezioni ed inoltre ci voleva un’autorità forte per imporre modalità e date. Ci pensò Papa Gregorio XIII che volle fare le cose per bene. Diede vita ad una commissione di esperti diretta dall'astronomo Clavius e chiamò anche il celebre matematico Egnazio Danti che, per rendere palese a tutti il grave disavanzo del calendario in vigore, realizzò nella piazza di S. Pietro una grande meridiana utilizzando come gnomone l'obelisco Egizio che è alto 41 metri. Così nei giorni degli equinozi, quando il dì è uguale alla notte: il 21 marzo e il 22 settembre, era possibile osservare come l'ombra della sfera di bronzo, posta alla sommità dell'obelisco, si posasse ben distante dal punto equinoziale. Intanto si mise mano alla preparazione del compendium che avrebbe regolamentato tutta l’operazione.
Il “Compendium” era una specie di enciclica, promulgata dal papa Gregorio XIII, che dettava il modo ed il quando si dovevano eliminare i 10 giorni che si erano accumulati col vecchio calendario giuliano. Ma già poco dopo la pubblicazione del documento, si provocarono molti malcontenti e piovvero da ogni dove osservazioni, emendamenti, proteste e pochi consensi. Nessuno voleva perdere l'occasione di dire la sua, in quanto tutti credevano di conoscere il modo migliore per adottare un così importante provvedimento. Addirittura i Savoia, tramite il loro astronomo di corte: Benedetti, consigliavano che mentre si avevano le mani in pasta bisognava adottare una correzione radicale: non eliminare solo 10 giorni ma 21, così il solstizio d'inverno sarebbe caduto il primo giorno dell'anno. Filippo II di Spagna approvava la riforma ma avrebbe voluto essere avvisato in tempo per porre la sua firma in calce al provvedimento così sarebbe diventato un editto reale, mentre Rodolfo di Germania decise che il provvedimento andava preso l'anno dopo: doveva rifletterci e poi ci avrebbe pensato lui a fare le cose per bene. I Protestanti, naturalmente, rifiutarono in blocco tutta l'enciclica del Papa. Per questi ed altri motivi fu necessario aspettare parecchio per vedere la riforma applicata pienamente: la Gran Bretagna e le colonie americane lo accettarono nel 1775, il Giappone aderì al calendario gregoriano nel 1873, la Russia nel 1918 dopo la rivoluzione d’Ottobre e la Cina nel 1949. Va anche detto che, da allora, per evitare che si ripetesse il grave disavanzo, gli anni di fine secolo, non vengono considerati tutti bisestili: 1600, 1700, 1800 non bisestili, 2000 bisestile: quindi solo uno su quattro. Le critiche più accese non provenivano dal mondo scientifico ma da quello politico e religioso: tutti reputavano che il Papa non avesse l'autorità per imporre una riforma simile: ma chi si sente di essere? Inoltre veniva ritenuta grave la presunzione di definire il nuovo calendario: "perpetuo", come se non fosse noto che si era in attesa del giudizio universale! Più realisticamente la gente comune credeva di essere stata defraudata di 10 giorni o meglio di non aver vissuto 10 giorni della propria esistenza, giorni che si volevano recuperare in qualche modo! Per cui se qualcuno, per esempio, aveva sempre festeggiato il suo compleanno il 14 settembre, dal 1582 prese a festeggiarlo il 24 per recuperare i 10 giorni che aveva perso! Il Papa assieme ai suoi collaboratori giudicarono le critiche ridicole e pretestuose e non si presero neanche la briga di rispondere alle tante missive pervenute. Però, sembra che il compleanno del Papa, che avrebbe dovuto essere festeggiato il 16 gennaio, fu festeggiato il 26.

EINSTEIN IL RIBELLE

            Albert Einstein viene considerato, a buon diritto, il più grande scienziato del XX secolo ed anche per il suo carattere può essere citato come un personaggio unico. Da bambino soffrì di palesi disturbi del linguaggio che gli impedirono di parlare speditamente fino all’età di nove anni, tanto che i genitori temevano che non fosse nomale. Dopo, quando superò questi disturbi, al ginnasio, i suoi professori lo consideravano uno studente indisciplinato e svogliato, fu bocciato per la prima volta all’esame di ammissione al Politecnico di Zurigo e si abilitò solo all’età di 32 anni. Da adulto portava i capelli lunghi e spettinati, i lacci delle scarpe perennemente sciolti ed era contrario a qualsiasi forma di autorità: per questo può essere considerato il padre di tutti i ribelli. Inoltre non portava mai i calzini ed indossava spesso una maglietta recante l’immagine di Paperino. Senza contare che, già affermato studioso e vincitore del premio Nobel, si recava al lavoro indossando pantaloni sformati e un maglione giallo da “venditore di birra”. Una volta ad una persona che gli chiedeva cos’è la relatività rispose, com’era suo solito, in modo scherzoso: “Quando un uomo siede alcune ore in compagnia di una bella ragazza, gli sembra che sia passato un minuto. Ma se lo fate sedere su una stufa un minuto gli sembrerà più lungo di tante ore: questa è la relatività.”.Ai suoi tempi la scoperta delle equazioni di Maxwell, che costituiscono la base dell'elettromagnetismo, avevano provocato un intenso dibattito scientifico. Era stato, inoltre, dimostrato che la velocità della luce è costante e non varia dallo stato di moto o di quiete dell'osservatore. Questo era in contraddizione col principio di tempo assoluto della meccanica newtoniana. Per risolvere il problema ci voleva qualcuno che, con una teoria adatta, sapesse conciliare le contraddizioni che si erano create. Einstein, quando pubblicò il suo primo lavoro nel 1905, “Teoria della Relatività Ristretta”, era ancor un umile impiegato dell’ufficio brevetti di Berna ma la sua teoria si rilevò subito importante e rivoluzionaria anche se incomprensibile ai più. Una delle sue prime deduzioni fu che se due eventi ad un osservatore risultano come simultanei non risultano tali rispetto a un secondo osservatore che è in moto rispetto al primo. In seguito per rendere comprensibile ad un largo pubblico la sua teoria formulò il paradosso dei due gemelli: “Ci sono due gemelli, inizialmente nello stesso posto, se uno dei due gemelli rimane a Terra, mentre l'altro parte per un viaggio interstellare a bordo di un'astronave, la cui velocità è molto elevata e simile a quella della luce, al suo ritorno a Terra sarà più giovane di quello che non ha viaggiato.” Questo ci dice che, idealmente, a velocità vicine a quelle della luce il tempo scorre più lentamente. Eistein fece altre scoperte importanti e rivoluzionarie ma già la teoria della Relatività Ristretta creò una profonda trasformazione nel modo di pensare il concetto di tempo non solo nella filosofia ma anche nell’arte e nella letteratura. E’ rimasto anche famoso il suo impegno per la pace nel mondo. Una volta ebbe a dire: “Io non so con quali armi sarà combattuta la Terza Guerra Mondiale, ma so che la Quarta sarà combattuta con pietre e bastoni.”

LA CLESSIDRA

             In italiano il termine: clessidra, è usato per indicare un dispositivo costituito da due bulbi di vetro con della sabbia che fluisce con regolarità dal bulbo superiore a quello inferiore in un tempo preciso. Invece il nome deriva direttamente dal greco: klepsydra, che letteralmente significa ruba-acqua. In Grecia erano contenitori in pietra di forma tronco conica che facevano fuoriuscire acqua da un foro sul fondo ad un ritmo costante. Alcuni segni sulla superficie interna del contenitore indicavano il trascorrere delle ore allo scendere del livello del liquido. Invece la clessidra a sabbia, molto più precisa, fu inventata solo nel XIV secolo dopo i primi orologi meccanici. Prima del perfezionamento dell’orologio a pendolo, era l'unico strumento affidabile per la misura del tempo specialmente in mare . Si sa di sicuro che durante il viaggio di Magellano attorno al globo, su ogni nave della flotta erano utilizzate 18 clessidre, e uno dei compiti dell'equipaggio era di capovolgerle al momento giusto. La sincronizzazione delle clessidre era fatta a mezzogiorno, identificabile dal fatto che il Sole raggiunge la sua massima altezza sull’orizzonte. Esistono clessidre giganti una è a Budapest con un’altezza di otto metri e una durata di scorrimento di un anno. Da luglio 2008, un altro gigante si trova sulla piazza Rossa di Mosca, con un’altezza di 11,90 m e un peso di 40 tonnellate: sembra essere la clessidra più grande del mondo.

martedì 25 novembre 2014

CINEMA E TEMPO

Agli inizi del XX secolo entra in crisi il modello temporale newtoniano che considerava il tempo come un flusso irreversibile, continuo ed immutabile o se vogliamo come una linea retta lungo la quale si muove il presente. Nello stesso periodo è nato il cinema e proprio nel cinema, per le sue capacità tecniche e per le applicazioni che ne conseguono, si creano elementi che aiutano a percepire le nuove innovazioni culturali che dicevamo.
Partendo dal concetto kantiano che il tempo è una delle categorie fondamentali con le quali interpretiamo la realtà, già verso il 1890, il filosofo inglese Bradley, in modo innovativo, aveva affermato, tra l’altro, che nell’uomo esistono “tempi paralleli” come serie di successioni temporali autonome prive di qualunque rapporto l’una con l’altra. Quindi nella nostra mente non esiste un ritmo unico di durata, ma ritmi differenti che corrispondono ai gradi di tensione della nostra coscienza e del nostro stato d’animo.
Il cinema s’inserisce a pieno titolo nella messa in discussione della concezione del tempo continuo e senza interconnessioni, in quanto ha la possibilità di giocare con le dimensioni dello spazio e del tempo che possono essere dilatati e compressi e muovendosi avanti e indietro lungo la linea temporale riesce anche a creare spazi fantastici e immaginari.
Nel cinema i piani sequenza, le dissolvenze, le sovrapposizioni e le mutazione dei colori, come anche gli inserti musicali o gli effetti speciali demoliscono il pensiero tradizionale e realizzano un universo dove continuo e discontinuo si confondono, dove tutte le cose appaiono come funzioni variabili in base allo spazio-tempo e dove vige un relativismo assoluto.
Col linguaggio filmico, grazie al montaggio, in una stessa sequenza il passato si sostituisce alternativamente al presente ed interviene anche il futuro: cosa non immaginabile nello spettacolo teatrale e neanche nella narrativa.
Questi elementi sono riscontrabili anche nelle pellicole degli esordi ma esempi particolarmente significativi li troviamo in film noti a tutti come: “Il posto delle fragole” del 1957 di Bergman ed in “Amarcord” di Fellini del 1973. In questi lavori di due grandi registi addirittura è il tempo che diventa protagonista della vicenda narrata.
Quindi se la teoria della relatività ha costituito una rivoluzione culturale del secolo appena trascorso possiamo dire, con certezza, che il cinema ha partecipato alla diffusione di questo nuovo modo di concepire il mondo, mettendo in dubbio le certezze che si erano costruite nei secoli precedenti.

I CAMPANILI

  1. E' sempre un'emozione guardare da lontano un paese o un villaggio e riconoscere gli edifici più importanti e principalmente i campanili delle sue chiese. Ma oggi i campanili hanno perso la loro funzione e ed inutili si stagliano nel cielo: si diffusero specialmente dopo che si iniziò a segnare il passare delle ore con rintocchi di campane, questo verso il XIII secolo. Oltre a segnare le ore, il suono creava armonia e dichiarava la presenza di tante persone che ascoltavano i segnali e si muovevano, lavoravano e si incontravano secondo gli stessi ritmi. Ma oggi i campanili sono solo un ricordo del passato. Quando si decideva di fondare un nuovo paese per prima cosa si costruiva una chiesa con il suo campanile. Il campanile scandiva le ore, chiamava i fedeli alle funzioni religiose, annunciava feste religiose e comunicava, anche, matrimoni, nascite e funerali. Senza dire che il suono delle campane allontanava gli spiriti maligni.Una volta si faceva a gara per avere il campanile più alto: infatti oggi a chi difende il suo paese si dice che fa campanilismo. Era a tutti noto che ogni paese aveva la sua ora ed un viaggiatore doveva rimettere il suo orologio ogni qual volta arrivava in un nuovo paese. Il suono delle campane chiamava all’unione, chiamava a partecipare ai momenti di gioia ed a quelli di dolore ma anche a riunirsi ed a partecipare ad un evento importante. Può darsi che le ore non fossero esatte ma poco importava purché tutti le condividessero. Ogni campanile era un punto privilegiato di osservazione per prevenire: incendi, temporali ed invasioni. Ogni pericolo che arrivava da lontano veniva avvistato prima dai campanili e comunicato in tempo. I campanili erano considerati come un tramite fra il cielo e la terra, un mezzo di comunicazione fra il divino e l’umano. All’alba ci si alzava al suono dell’Angelus mentre al suono dell’Ave Maria, al tramonto, bisognava smettere di lavorare ed affrettarsi a tornare a casa. Ma il segnale più importante veniva diffuso a mezzogiorno: prima suonava la campana grande della chiesa madre che aveva l’orologio o la meridiana più precisi poi il suono si diffondeva da un campanile all’altro per tutto il paese ed anche nelle campagne

    ARTE SOLE

    La costruzione dei primi veri e propri quadranti solari risale al periodo greco. La Grecia ebbe grandi filosofi-scienziati che si occuparono dello studio dei principi matematici della gnomonica e della loro applicazione. Il termine gnomonica deriva da gnomone che è l’apice dello stilo che genera l’ombra, che a sua volta deriva dal termine greco: gnomon (ciò che indica). Eratostene, alcuni secoli prima di Cristo, misurò il diametro della Terra, con sorprendente precisione, facendo uso di un quadrante solare. Invece Roma ebbe validissimi costruttori ed ingegneri: gente pratica che si occupava poco delle scienze speculative. Solo durante le guerre puniche giunsero a Roma i primi quadranti solari dalla Magna Grecia. Un orologio prelevato a Catania, come bottino di guerra, diede a lungo l’ora errata alla Città, ma solo un secolo dopo si accorsero dell’errore che era dovuto alla differente latitudine. Nel Medioevo la passione per le meridiane andò affievolendosi, ma con l’invenzione dei primi orologi meccanici da campanile, nel XIII secolo, e delle clessidre a sabbia rifiorì l’interesse per le meridiane. Gli orologi a pendolo nel XVII sec. richiesero ancora maggiore precisione, quindi furono costruite in alcune basiliche le prime meridiane a camera oscura: alcune precise a meno di qualche secondo. Quelle nostre di Modica, Catania e Palermo. furono realizzate nell’800 periodo in cui la gnomonica raggiunse un apice storico sia per quanto concerne la raffinatezza artistica sia in termini di larga applicazione in quanto erano necessarie per aggiustare il tempo degli orologi. Solo nel 1925, quando la radio cominciò a comunicare il segnale orario, la loro funzione cessò. Però ancora oggi osservatori astronomici specializzati verificano il passaggio del sole dal meridiano. Oggi la gnomonica è ancora attiva e mantiene la sua valenza storica ed artistica. Ogni meridiana ha un fascino derivato dalla sua funzione di segnare il “tempo vero” cioè quello dato dal Sole in un periodo in cui si è probabilmente perduta la capacità di tenere uniti, nell'uomo, cultura e natura

    AMORE E TEMPO

    Un tempo c'era un'isola dove vivevano tutti i sentimenti: Felicità, Tristezza, Vanità ed altri, compreso l'Amore. Ma un giorno fu annunciato un pericolo imminente e gli abitanti furono invitati a prepararsi per lasciare l'isola, così quasi tutti prepararono delle barche. Quando l'isola iniziò a sprofondare, l'Amore, che non si era preparato, decise di chiedere aiuto alle barche che passavano. Passò la Ricchezza, e l'Amore gli chiese: "Ricchezza, mi puoi prendere con te?" Ed ella rispose: "No non posso, ho oro e gioielli con me... per te posto non ce n'e'". Di li a poco passò la Vanità, ed anche a lei l'Amore chiese aiuto. Ma la Vanità rispose: "Non posso aiutarti Amore, sei tutto bagnato e potresti rovinare la mia barca". La barca successiva era quella della Tristezza e l'Amore chiese aiuto anche a lei. Ma ella rispose: "Sono cosi triste che preferisco andare da sola". Subito dopo la Felicità passò così veloce che nemmeno si accorse dell'Amore che chiedeva aiuto. Ma ecco che improvvisamente una voce disse: "Vieni Amore, ti prenderò io con me sulla mia barca". Era una persona anziana e tale era la concitazione che l'Amore dimenticò di chiederle chi fosse. Ma giunti sulla terraferma, l'Amore chiese il suo nome e scoprì che era il Tempo. Da allora l'Amore andò sempre dal Tempo: riconoscente per averlo salvato. Per questo si dice che l’amore vero si vede col Tempo.

    ALTA OROLOGERIA

    Oggi le case produttrici di orologi di qualità, come prima virtù dei loro prodotti, non pubblicizzano la precisione ma l’affidabilità. Ad un orologio si chiedono doti di affidabilità come a nessun altro “organismo” meccanico complesso. Però a pensarci bene un orologio lavora 24 ore al giorno, ogni giorno, ogni anno, per anni, e lo fa pur essendo sottoposto ad urti, vibrazioni, sostanze inquinanti, sbalzi di temperatura, sabbia, umidità e persino ad agenti chimici dannosi. Chi vuole al polso un orologio di valore, intanto chiede che sia meccanico e non elettronico ed al meccanismo potrà perdonare qualche minuto di ritardo o di anticipo ma mai sopporterà che si fermi. Fin dai tempi dei Benedettini (che usavano svegliarini meccanici per scandire la propria giornata) sono stati utilizzati i migliori materiali d’ogni epoca, e le migliori tecnologie, per ottenere un funzionamento sicuro. Per lunghi secoli i migliori orologiai furono italiani perché tutti provenivano dalle botteghe di costruttori di armi. Il segreto degli acciai temprati, con cui costruivano armi di grande qualità aggiunto alla capacità di inventare meccanismi eccezionali, dava loro la possibilità di realizzare orologi di grande qualità. Specialmente gli orologi da campanile erano esposti a molte intemperie che i materiali comuni non erano in grado di sopportare. I grandi progettisti e costruttori di orologi da campanile venivano assoldati a caro prezzo non solo per costruire le macchine, ma soprattutto per mantenerle sempre in perfetta efficienza. E se il meccanismo non andava la gente se la prendeva col principe, per cui poteva costare la testa al malcapitato orologiaio, reo soltanto di non avere a disposizione i materiali adatti. Alta Orologeria vuol dire soprattutto costruire orologi in grado di funzionare il più a lungo possibile senza manutenzione: orologi da passare di generazione in generazione. Pare che portare al polso un orologio del genere dia molta sicurezza: è come dire: “ho una macchina del tempo in grado di sfidare il tempo”.